Autore: Elisabetta Bolondi
Area tematica: Segnalazioni - Codice dell'autore: elisa
Il Presidente Napolitano sul 25 aprile
inviato il: 25/04/2008
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si rivolge alle giovani generazioni nel celebrare il 25 aprile, anniversario della Liberazione dall'occupazione nazi-fascista


Napolitano: «I giovani contrastino
i nuovi autoritarismi e integralismi»
«Non si può dimenticare la ricorrenza del 25 aprile, una data che ha un "significato solenne"»

ROMA - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, avviando al Quirinale le celebrazioni ufficiali del 63esimo anniversario della Lotta di Liberazione ha detto che: «i giovani di oggi sono chiamati a contrastare i nuovi autoritarismi e integralismi che rappresentano la negazione dei principi e dei valori che ispirarono la lotta per la liberazione». «I nostri padri - ha aggiunto il Capo dello Stato - hanno realizzato il sogno del'Italia unita, la nostra generazione ha sconfitto il nazifascismo e gettato le basi dell'Europa unita fino al superamento della lunga stagione della guerra fredda con l'abbattimento del muro di Berlino. Ai giovani di oggi toccano questi altri compiti».

NON SI PUO' DIMENTICARE LA RICORRENZA DEL 25 APRILE - Non si può dimenticare la ricorrenza del 25 aprile, una data che ha un "significato solenne" ha anche detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrando al Quirinale i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma. Alla vigilia del 25 aprile, che il presidente celebrerà a Roma e, nel pomeriggio, a Genova, Napolitano spiega che «come ho sostenuto anche lo scorso anno a Cefalonia, credo sia importante che gli italiani mantengano costantemente viva la memoria e consapevole la coscienza delle diverse tappe e componenti del processo di maturazione e di lotta che ah condotto il nostro Paese alla liberazione». La liberazione, infatti, aggiunge Napolitano «non fu soltanto il coronamento di una luminosa rinascita» che era stata sognata durante «tutto lo scuro periodo del nazifascismo e della guerra, ma anche e soprattutto una promessa: la promessa di un’Italia nuova, di una vera costituzione dei cittadini, di una democrazia reale, una promessa di sviluppo economico e sociale per tutto il Paese».




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